23 apr 2016

Human Mask, Pierre Huyghe


una figura cupa nelle sedi
di un ambiente illeggibile, 
il solo taglio lattescente 
del profilo si comunica. 
ha una maschera 
il viso che recita l’umano, 
ma è una lontana 
creatura ridotta.

è quasi statica, 
lievi circostanze 
modificano il volto. 
ogni angolo della casa 
ogni turbarsi le si rivolge. 
ombre marcate, cavi, 
carrelli, armadi, frigoriferi, 
i pannelli 
di una dimora giapponese. 

ciò che qui si racconta  
è l’osservazione 
della figura e il suo corso 
lungo le luci oscillanti 
di un ricovero, 
un’indagine su gesti allusi,
su cenni appena avvertibili 
di forze.
e quindi il suo agitarsi 
nei corridoi battuti dal rumore, 
la prigione di pioggia 
in cui ripete il suo ruolo
nelle stanze dell’immagine. 

è il proseguire di una storia 
costante
di cui ricevi i soli fenomeni.

non leggi 
una trama che va 
a concludersi, 
non è così che conosci. 
la storia termina ovunque, 
nel riflesso 
nel guizzo nell’ombra, 
nel disporsi di equilibrio 
e di sintomi. 
è l’attimo edificato, 
agito d’intensità derivante, 
l’attimo eseguibile.  
la trama è soprattutto 
l’accostarsi delle cose. 



22 apr 2016

il fatto


uno spiraglio
sulla eterna
superficie
stazionaria
la mosse.
era
la provenienza.



20 apr 2016

la corsa /1


il bagliore non declina.
la pelle diserta i luoghi,
affiancati 
in una gerarchia di celle, 
la scena matura 
senza cornice.



19 apr 2016

la corsa /2


già lavori
a un’ora prossima,
indebolisci
nel seguito.



18 apr 2016

l’azzardo


dovresti essere 
con un grado di difetto 
sull’orlo della rottura, 
rubarti e fallire 
in un altro ordine, 
vivere l’azzardo  
di aprire un lato, 
destituirti. 



shopping


senza acquistare
compri i tuoi soldi.



17 apr 2016

il quadro efficace


valutava il quadro, 
la causa astenuta nel bianco 
le minuscole tensioni
del tono, la grana  
di un idioma labile. 
non gli era sufficiente. 
chiedeva al dipinto 
ipotesi e problemi, 
la narrazione 
e la formula di un bisogno;
rifiutava il legame anemico, 
il campo attivo 
di un eloquio formale. 
ignorava le verità visive 
la frequenza del pigmento, 
unica forma penetrabile;
discuteva i brividi dell’oggetto 
senza saperli disporre, 
ne era la reazione fallita, 
non esaudiva il disegno 
non autorizzava 
la voce del peso.



8 apr 2016


scrivo alla scrittura 
scrivo nello scrivere. 



6 apr 2016

ineducato


è un pittore 
che va a dipingere 
ineducato alla bravura 
degli altri, 
inconsapevole 
dello sviluppo del tempo. 

risponde 
alla tensione delle linee 
trascurando i modelli, 
guarda col proprio nome
le forme. 

usa soggetti adoperati,
ma l’arte gli nasce oggi 
da un cammino  
che ne disegna la mano, 
da una regola selettiva.

il pittore ineducato 
propone tele mai apparse,
il gesto rifulge 
di un centro, prende 
qualcosa della vita,
la psiche individuale. 



5 apr 2016

penso


penso nelle mani,
moltiplicato
della sola portata,
non da sopra
non da fuori.



4 apr 2016

le direttrici


stabilisci esigui rapporti
meschine relazioni 
dello spazio,
stato epigrafico che riassumi
in una scuola fiduciosa,
esile cassettiera 
dei passi formulati.
e perdi la sua esperienza
e smarrisci le direttrici 
della realtà.



1 apr 2016

promozione


l’ippopotamo
è migliorato:
ora è un cigno.