qui dovrei

qui dovrei dire 

qualcosa, 

una forma dovrebbe 

chiudersi
un momento affidarsi.
e in effetti succede,
sulle pareti del testo
assistiamo 

al suo palco vuoto.

parlare

ci sediamo
a far parlare
la birra.

usata

impegni il presente

lasciandoti intera, 

destinata 

a durare adesso. 

ad ogni istante

consegni il tuo tempo 

completo.

il giorno

scomponi il domani
sognandolo nell’oggi.

quel viso

quel viso è così tuo.

tradisce tuoi episodi
e ricorrenze, 
nessun canone estetico

lo controlla 

nessun aiuto lo procura, 
lo spazio non può
recuperarti poiché
la tua storia ti segue,
finisce dove
tu termini.

oratoria

all’enfasi restò 

comunicare
il punto esclamativo.

etichetta

la realtà non sa
stare al mondo.

la faccia

la faccia scherzosa
della vita fasciava 
un volto in rovina,
ogni allegria era stretta
al suo principio raggelante,
eredità di un inizio.
ogni attimo vi macerava,
le risate il buffo la gioia
erano momenti 
di ciò che moriva,
la gioia era già dolore.

tu e io intermedi
di fronte
a perduranti stelle,
ridiamo insieme
già morendo
felici già infelici
abbracciati e soli
al termine di questo
ridiamo.

la ripresa

la catena delle date 

rallenta. 

giri i giorni tenendoli 

in una squadratura 

continuamente mirata, 

visuale rassegna ferrea. 

la pratica perfetta 

ti cancella 

o forse ti fornisce, 

lo sguardo non lo dice.  

credibile /2

il realismo ti serve
per vedere ancora
la realtà com’è.

credibile /1

mi occorre un film
in tre dimensioni
come occorrono
veri capelli
alla Gioconda.

il motivo

una volta lanciate 

le regole
tutto divenne tutto.