è pieno di dio

con tutto questo dio che c’è attorno
mi sento stretto nel monolocale.

m’intralci
l’astrarmi.

leggi credi

vivi le mie frasi
credi che mio sia mio
leggi un tu negli io.

città d’onde

cerchi d’onde
allontanano la città
e la disperdono
in mille specchi tondi.

l’ulteriore

attendi

una conoscenza seguente
insegui la tua fuga.

hai pensato alle geometrie
a un ordine di specchi
che duplica segmenti
a righe sterili e moti
fecondi hai pensato
al procedere della luce
al ripetersi che trova
simmetrie



coautrice:
Angelica Ganss

ero personaggio

ero scritto. 

dalla carta mi volsi 

al sangue avverandomi 

in un corpo crollante 

e chiassoso, 

nell’incerto modo 

di chiudermi. 

ora ultimato di compiti 

leggo il mio personaggio 

che echeggia. 

in un angolo prezioso

raccolta in un angolo prezioso
con un fiore tra i capelli
e le mani senza scopo,
te ne stai privata,
sorridendoti da un pensiero.



a Khatuna

vertigine a due

sono il tu
che attendo.

luce caduta

c’è un fuori.

la cornice inquadra 

un rapporto

di gronde e cupole,

il ricavo ortogonale

condotto a terra

che diviene altro luogo,

l’armatura che disegna 

un varco che cade 

un sopra opposto  

ulteriori cornici. 

ho avuto 

futuri infelici.

grafia

la mia grafia minuta
e scarmigliata
ineguale e corrosa
è figura 
della mia voce.

carta assorbente

mi verso
nella carta.

il buio
è una stessa luce

mille volte

ti ho vista
mille volte incantevole
nascere nello sguardo
rifare il tuo profilo
figurare il volto.
mi conducevi
nei paesaggi danzanti
che ti svolgono,
escludevi le voci
custodivi
gli elementi minerali,
tenevi la mia mano
la mia assenza
con te.

mattina

questa mattina, 

oltre il cielo rigido 

e gli acquosi abitati,  

un sole cresce 

contro i campi

risolvendone i profili, 

il vecchio paese 

si apre alla forma 

la luce è una strada. 

(frase fasulla) 

assillo

c’è un silenzio
che proteggi, 
un programma
che conservi
mancante,
un assillo
incompiuto
in te.

tanta varietà
non mi cambia.