LETTORI


la presenza del pubblico ha sostenuto il mio lavoro negli anni. il mio pubblico è un numero, un’oscurità muta che mostra, nella sua larghissima vaghezza, solo un interesse continuato o interrotto.
questo lettore non è una figura, è un’evocazione la cui voce è taciuta, non conosco i suoi mondi né il suo talento, il giudizio è compresso nel numero muto della visita.
a volte mi vedo nelle stesse parole di chi legge, in un territorio percorso in parallelo, in risultati che ci soddisferanno, in una difficoltà comune risolta nella forma. il giudizio resta inpronunciato ma mi condiziona, il silenzio costante del suo dialogo comunica a entrambi di esserci.
grazie.