causa

la predica
veicola
predica.

fuori

la fotografia deposita
fuori di te la memoria
fuori di te i luoghi.

ora

e ora nell’attimo
in cui sei proprio
qui
in questo momento
ti vedi.
ti vedi vedere
ti capisci capire
ti oltrepassi addosso
sei l’essere te.

inìziati.

ogni momento è luce
il tempo è luce

un libro etereo

un libro senza volume
si propaga,
importanza senza peso
fatica numerica
che si dispone ingombrando
fogli illusori,
il corpo smaltito
in eterna pagina
dall’orientamento diffratto.
in quella dimora apolide
la disparità si smarrisce

in un versamento 

consecutivo,

in un omogeneo sgorgo 

di lettere.

e il pensiero ritorna

un soffio.



a Luca, libraio che tocca i libri

la contesa

ogni uomo duella
col proprio infinito,
per concluderlo.

se continui

partecipi se continui
accanito a correre.
dici, se continui
a dire ciò che dici.
esisti, se continui
energico, assiduo,
tambureggiante,
a promuovere
il tuo grido.

sono mai

queste parole
sono mai esistite?

antico

l’antico muore
lasciandoti il passato.
ereditalo e dillo
di nuovo sulla terra.

la mia memoria

non mi ricordo

la mia memoria,

già professata e discussa,

il cui guadagno 

giace nelle frasi,

nei libri e taccuini

che la riprocedono. 

si perde la reminiscenza 

che rivango, 

radice separata  

che non irrora il suolo,

che estrae 

ricordi usati.

per un attimo mi parli
e sei il passato e il futuro.

le cose non sono
come sono.

a Leopardi

ora nella veglia

imbevuta di carte,

di inchiostri di cobalto

che si stagliano vivi,

mi trovo sotto i termini 

trasfusi del poeta

chiedendomi la sua voce,

il timbro che incorporò

il fuggevole

portando la mente

nello scambio della forma.

mi domando che suono

vibrasse nelle sue stanze,

corporeo. 

scie in partenza
di un istante in rilievo