31 dic 2020

difficile


qualcosa 
di difficile 
ti salva. 



30 dic 2020

l’abbazia


entri nell’edificio 
in cui lo spazio è la trama, 
l’atto di colonne e timpani remoti.
cammini volubile 
tra pilastri che scendono 
da una fonte bronzea, 
procedi su lastre specchianti  
nel governo di luci luttuose 
a interpretare la tua emigrazione. 
ciò che esegui è il notturno,  
un debito dello spirito 
la sua ufficiatura liturgica. 



29 dic 2020

cattività


ti terrò 
nelle frasi. 
non potrai non 
leggere. 



28 dic 2020


posso 
poco. 



27 dic 2020

dal pendio


la terra si srotola 
per gobbe e declivi, 
in gradienti che scemano 
a valle, che trovano 
la plastica corazza 
resistente dell’uomo. 
sei il minuto freno 
delle curve 
che concludono l’azzurro, 
esibito all’abbraccio 
del baratro, 
gibbosità interminata.
all’estremo orizzonte
perso nel digradarsi 
della scena, 
dal viola che schiarisce 
al pervinca nulla, 
tu ospiti sei 
l’ubiquità che misura.



26 dic 2020

siete tu


siete tu le linee 
esatte i quadrati 
dissonanti
il pittoresco, 
non il villaggio. 



24 dic 2020

aneliti


quello che 
ti manca 
ti trova. 



23 dic 2020

la scatola


dentro la scatola 
non c’era 
fuori niente.  



22 dic 2020

ti diffonde


hai capito che prestare la figura dissipa un parallelo che ti aderisce, ti diffonde laddove non sei. 
forse vedi l’immagine come padronanza cronometrica, consideri sacro quel corso che diviene, da non interrompere. 
quell’io che esploro. 
nelle tue superfici si raccolgono i passaggi trattenuti, si radunano i sintomi che hai della vita, recuperano appunto la figura.



cercando Monica

21 dic 2020

il negozio


capì che doveva crescere 
nel negozio del mondo, 
che il mondo era provarlo, 
la prova di sé del mondo.



20 dic 2020

la lotta


coltivo 
la difficoltà di fare.



19 dic 2020

sintesi


vive 
l’eternità nei manufatti, 
nell’oggetto incorpora 
la traiettoria durevole.
cede 
lo spirito nella forma 
che lo custodirà pensiero. 



18 dic 2020

civiltà


vissero con poche parole, 
felici. 



13 dic 2020

l’originale


nella chiesuola bislunga 
antichi soggetti
accorrono all’episodio.
qui resta posato 
da sette secoli 
il gesto di un artefice,
qui resta il suo momento. 



12 dic 2020

servo


il suo splendore servo 
di un ritratto. 



8 dic 2020

la scelta


ti vede
gli occhi che ti inquadrano 
sul tu
che ti trovano

la scelta di escludere il resto 
di darti il messaggio 
che fa tremare 

occhi che corrispondono 
di domande e risposte 

forma che si trova nella tua 

in occhi non tuoi 
che ti affermano 

la serietà che ti preleva 

iridi  
nere uscite del profondo 
trasmissione della parola 

questo è l’abisso 
questa parola tra gli occhi. 



25 nov 2020

contro


il mondo è piccolo abbastanza 
perché un uomo sia il solo. 



21 nov 2020

evidenza


sottolinei e lasci 
la lettura alla riga. 



18 nov 2020

flâneur


ogni uscita deve 
portarmi un premio, 
un’immagine un mezzo 
una scorta un grado, 
non so andare 
per niente. 



14 nov 2020

non vai


non vai alla festa. 
preferisci leggere 
del personaggio 
che va alla festa. 



13 nov 2020

socchiuso


l’arte assolve 
un senso socchiuso. 



9 nov 2020

sciarada


giunta dalle ultime pagine 
una posizione 
riapriva gli episodi.
nel coro dei ritratti 
manovre invisibili 
si duplicavano,
qualcosa di assente 
si svolgeva.
era tra i volti 
come una scena evasa.
iniziò a pensarla 
a premetterla 
alle maglie sfocate, 
ipotesi macchinose 
gli danzavano tra le righe  
ora veloci del rebus.
rivide i legami 
le incognite e le sincronie, 
indagò il segno 
tra le cose trascorse. 
doveva sciogliere
l’espressione apocrifa 
del quadro, 
immaginare le mappe 
alternative, la memoria 
antecedente, 
portare un nome a ritroso. 



8 nov 2020

poroso


il foglio rispondeva 
di genesi 
in perenne legame. 



5 nov 2020

anni vivono


anni prolungano 
una domanda,
vibrata 
nei ciuffi d’erba.  



2 nov 2020


il corpo serve 
all’abito. 



28 ott 2020

gli scalini


pencolanti scalini andavano 
verso una polvere turbinosa, 
conducendo a un recapito 
perso nelle tenebre.
nella torre ossuta 
la gravità pareva abbattersi, 
il negromante seguiva 
l’ascesa della spirale:  
là erano gli accaduti. 
il vecchio sembrava 
generarsi di tempesta, 
aveva pasta di vento 
e occhi intermittenti, 
sapeva cosa 
respirava nelle nubi
e andava 
ad aggiogarlo. 



27 ott 2020

leggerti


il tuo lettore 
saprà quanto te 
leggerti. 



26 ott 2020

scissione


si diede il compito 
di dimenticare il tempo. 
la luce non variò in lui,
la notte e il sole 
lo sorvolarono inudibili.



25 ott 2020


trovarsi 
unanimi. 



16 ott 2020

agli obbrobri


ci siamo portati 
al caldo al frastuono 
al sacrificio estetico. 
forse preferivo piegarmi 
represso
da una regola elegante.



14 ott 2020

alterità


caduta di dosso 
la cornice 
l’alterità ti divora. 



13 ott 2020

phýsis


quando il tuo pensiero
verrà pensato da un altro,
lì ne vivrai. 



12 ott 2020

‘Il treno per Istanbul’ di Graham Greene


le carrozze del libro ospitano il cosmo di una genia amara e spoetizzata, che bada all’utile. nel treno, lanciato verso una deflagrazione di neve, formicola il commercio delle classi, un lavorio si eccita verso la posizione successiva. vagoni, come portatori esclusivi, snelliscono ciò che sfrangia il movimento mentre, bloccati nello spazio, amplificati nel moto, uomini si fanno veicolo. la corsa dell’Orient Express spinge su un binario l’inesorabile, il tragitto è un senso funebre che consegna personaggi, spesso a una nuova casella di partenza, alla fredda amnesia.  



11 ott 2020

la colpa


accùsati di dare 
nuove cose allo spazio. 



8 ott 2020

divisione


si uccide perché 
in quel momento 
muore. 



6 ott 2020

la mano


fasci di luce cadono obliqui
sui tarlati banchi di legno
dello scriptorium,
la stanza è un percorso taciturno.
figure di lana grezza
si piegano su tomi di pergamena,
il mattino sorge sulle pagine
incontrando vocaboli e forme
di fulgida vivezza:
scimmie, leoni, colombe,
racemi di vite e d’acanto.
il gesto del miniatore
retrocede nel gesto
del miniatore miniato, 
nella coda di pavone lapislazzuli
si toccano la mano del monaco
e la sua mano sintetica,
la pagina abborda la realtà.



5 ott 2020

la mente comunicata


scelse di copiare 
sui quaderni gli smisurati 
appunti del vivere. 
produsse l’orrore 
metabolico della realtà.



4 ott 2020

i possessori


antichi possessori dei cerchi
scrissero un messaggio
di pietre al cielo.
una forma antenata ci attende.



1 ott 2020

siamo noi


in amore siamo noi
o il volto della dea?



30 set 2020

il romanzo va


il romanzo va avanti,
deve andare  
portarsi conseguire 
dalle necessità. 
è un luogo nomade 
appena organizzato,
un palazzo che frana
in successioni 
di stanze provvisorie, 
stanze utili al corridoio.  
il romanzo va
e tu vai col moto,
leggi la corsa
che ha perduto la vita
sugli eventi.



28 set 2020

talento


se il ping pong non esiste
il talento per il ping pong
non serve.



27 set 2020

la trottola


se davvero leggi le pagine
lo sforzo le dissolve,
ma noi non leggiamo,
spingiamo l’equilibrio.



25 set 2020

creazione


posò la penna 
e si causò la linea. 
la decisione era l’atto 
che lavorava per forza vuota, 
attingendosi. 
si sollevava da un seno
che conteneva il nulla, 
divorava lo spazio 
in una produzione di nuovo, 
prendeva forma 
dall’effusione di forma, 
era la concrezione delle ipotesi. 



23 set 2020

dissonanza


disobbedire all’armonia
è una rivolta sfocata
una ribellione delusa.



22 set 2020

‘Camminare’ di Thomas Bernhard


il racconto accompagna la traiettoria della causa, arrivando alla sorgente che la assegna, quel primo luogo la cui epifania annichilisce. personaggi consumati sui passi indagano i moti microscopici delle frasi, pensieri dietro pensieri e sui pensieri. vivono il dramma di costruirsi dalla filosofia, di prodursi dalle dimensioni del linguaggio, catturati nelle maglie di un’enunciazione ossessiva che precisa sé stessa, fino alla domanda che cancella chi la pone.



10 set 2020

versione


lost
non è
sperso.



9 set 2020

il telaio


il telaio dell’arguzia
muta ogni messaggio
in uno scherno
al messaggio.



8 set 2020

gli anni


mi ritraduco
verso un accento
autografo.



4 set 2020

diluvio


il mare è solo un cielo riflesso,  
burrasca di luce scura 
che si rende acqua,  
il suo disegno senza tregua. 
dettagli si sovvertono 
turbamenti si sciacquano 
onde baluginanti come schegge 
di un ghiaccio crepuscolare. 
nelle annerite scene sfuggono 
barche che fermano il quadro, 
l’acqua si muove di termini muti 
che esprimono vapori del grigio, 
i flebili turchesi di un istante. 
è il mare ultimo, 
vera sostanza vera idea del mare 
del grande buio che si è mosso. 



3 set 2020

il legame


se è assassino l’autore,
è assassina l’opera?



28 ago 2020

credibile /3


il computer pure
rifà la fedeltà. 



27 ago 2020

tutto il tempo


ebbe tutto il tempo creato.
ma non una copia di tempo
per usarlo.



26 ago 2020

le ore sul quaderno


lei disegna 
lo spazio abulico, 
la sola larghezza nulla. 
tocca l’astuccio 
e il suo corpo mi guarda, 
le gambe svestite 
gli occhi scivolosi, 
l’armonia nuda 
che si sparge. 
mentre scrive 
le ore sul quaderno 
scrive la forma su di me, 
chiama le parole. 
chissà come sono 
le parole dentro di lei. 



23 ago 2020

i minerali


raggeli i pensieri 
nella pietra 
e li fai rimanere. 



22 ago 2020

senza autore


scrive svantaggiando
il suo io,
spia la propria lettura
senza autore.



21 ago 2020


scrivere la parola
è stampare il tempo.



20 ago 2020

Prinz Gholam


i due assumono pose permanenti. arrivandoci per consumo e per torsioni, fuori dalle circolazioni usate. 
nessuno respira, impegnato all’immobilità, educato al succedersi, al pirotecnico toccarsi degli eventi. questa posizione, ferma nello spazio, più sobria di ogni altra, si ritrova a divorarlo in un esame imprevisto: fermarsi è osceno, non è l’esperienza, è l’immediatamente visibile. fermare il movimento acerbo, il fotogramma che interrompe il peso, e non lo compie, e lo dilata, è lo schianto. 



1 ago 2020

detrito -1


la realtà ce l’hai
nell’unghia.



29 lug 2020

algoritmo cieco


il computo non vede
il volto che supplica,
vede i numeri della malattia
e della prosperità.



28 lug 2020

dissolvimento


scrive distruggendo.



27 lug 2020

tolleranza


la libertà dei balordi
ci fa cattivi.



25 lug 2020

collegio


ciascun processo 
del fuori è finito,
viviamo rinnovati
dall’archivio.



21 lug 2020

la natura morta


occupando la natura morta, Giorgio Morandi arriva alla cosa.
nel piano che sostiene le figure traccia un traguardo statico, la tavola dove l’arco vitale si condensa in manufatti. il vaso, la scatola, il barattolo, di latte, ruggine e indaco sono vibranti divinità, solidi che usano l’esistenza. snelle bottiglie, come lunghi guardiani della pratica, ne tengono la posizione.



19 lug 2020

la fatica


grave la fatica
di farsi libro.



18 lug 2020

l’attrice


l’attrice compie i passi
dice il dramma.
mentre è le battute
la sua conseguenza
le è sorda,
sua ricchezza degli altri, 
lungo momento 
di precipizio che trattiene. 

l’attrice recita la bellezza
o la bellezza recita lei?
i personaggi vivono,
la persona non ha corpo.



17 lug 2020

relativa


è un’opera che riferisce
l’altra,
scritta sulla seguente.



16 lug 2020

più leggero


il modo più leggero
di portare la cosa
è la parola.



15 lug 2020

lasciando


capii che dare 
agli altri mi impoveriva.  
mi guadagnavano 
con me stesso,
masticando 
l’ombra sui tesori,
usandomi per terminare 
di usarmi, 
per guidare l’opera 
o infrangerla. 
così non parlai più,  
lasciando tortuosi studi 
sommersi.



14 lug 2020

cosa si spinge


cosa si spinge
verso il seguito?
che sorta di progresso,
di azione rinnovata?
che storia racconta
la storia, che corsa
scivola nel racconto?



9 lug 2020

il ballo


tengo oggetti
che non si spendono
che tramandano
una scadenza vacante,
corpi della promessa
che ci fornirà le ore.
tolgo il mio termine
prestandomi a materie 
che forniscono il tempo.
ballo con le cose
inumidendomi
nella durata.



3 lug 2020

il tutto ha bisogno


il tutto ha bisogno
di lavorazioni successive.



2 lug 2020

servitù dei pari


tieni il giudizio 
le preferenze 
e la condanna per te, 
o le pagine 
che hai lasciato 
saranno 
diventate diverse.



2 giu 2020

ti ho


ti ho sempre
visto, lettore.



13 mag 2020

capire


capire le cose costa,
meglio che qualcuno
te le capisca.



5 mag 2020


necessario chi
più è io.



3 mag 2020

nella casa


personaggi nella casa
in un riquadro di azioni,
ciascuno probabile
autore dell’origine,
a non disordinarsi
nella varietà dei luoghi.



2 mag 2020

attività


dopo aver provato il vento
mi basta ricordarlo in poltrona.



1 mag 2020

luogo tornato


luogo tornato 
luogo a distanza, 
a radicarsi nello spazio, 
alla densità.
niente muove le superfici 
la luce è l’unico peso sui corpi 
il silenzio è la nuova sintesi 
che li connette. 
muri fronde piazze 
boschi e deserti esistono 
nella prossima vicenda 
immobile. 
alla fine della novella 
la scena presenta la scena. 



29 apr 2020

lasciarlo


vuoi formare
il significato,
lasciarlo
in una scatola
ad esistere.



25 apr 2020

tipografia


scivoli in un sapere 
esornativo.
forse per gli accordi 
vuoti dello spazio 
lo slancio e l’opposizione
dei glifi, 
l’ordine di aste  
spalle e crenature.
la pagina muove
una corrente 
tra esito e soggetto, 
le due letture si inducono 
si cedono in acrobazie 
che ritornano nella veste, 
e questo abito 
che hai dato al senso 
ora lo abbiglia, 
lo sostiene.  



23 apr 2020

migliori


essere meglio
di sé stessi
è grave.



22 apr 2020

il regresso


è pieno di anime svegliate
che ora capiscono il tempo.
ma il tempo c’era anche prima.
faticoso guardarlo 
averne libertà
portarlo addosso lentamente,
essere come la pietra
e i muti raggi di sole.
alcuni neanche ora
hanno il tempo,
lo disinnescano  
strofinandolo via dalle vite
per arrivare a dopo,
il regno dove forse c’è una fine.
nazione già a posteriori
a cui tocca ingombrare
e trascorrere il presente.
il tempo è un regresso
all’attività del niente
il tempo è faticoso.



20 apr 2020

nostro leader


iconico leader fa
migliaia di morti
per errore,
porta la povertà
fa la guerra.
ma resta simpatico, 
è breve bravo
a comunicare
ci aiuta contro
il nemico e merita
il nostro voto.



19 apr 2020


mi annoia
il tempo
altrui.



17 apr 2020

raggio


perderai 
questo raggio 
palpabile,   
il rapporto 
che è reso 
perduto. 



15 apr 2020

arte 5


non prendo la figura
che da anni scavi,
ma quello che le hai tolto,
tua autentica proprietà.



13 apr 2020

la somma


cerchi nei prossimi dettagli
perché cerchi di finirti.



11 apr 2020

i titoli


accumulo titoli. 
scopro album edifici 
luoghi e tavole 
allegorie e giudizi, 
impilo l’attrezzatura 
dello spirito, 
le liste del sapere. 
la facoltà del nome
è ciò che uso,   
la materia che scambio.
onomastiche evocazioni 
cataloghi e sintesi
recuperano le fasi  
di un altrove eccedente 
che possiede ogni esito.
qui conseguo la vita 
muovo marche e le recito. 
leggo ciò che si ricovera
nei nomi,   
la pasta accessoria 
che li sostiene.  
se scelgo una cosa 
perdo il tutto.  



10 apr 2020

cosa fai


- cosa fai del tuo tempo?
- accumulo titoli.



9 apr 2020

ti vedi


finché ti vedi come Olanda
non sarai Europa.



8 apr 2020

Faust


quale motivo ti spinse
a imbrattare i fogli
di segni, di alfabeti
e produzioni alchemiche,
a cercare
forse la stessa ricerca
investigare lo studio  
scavare nella gravità 
che ti causa?
approfondirsi
di voragini e rupi
tra le torte vie
plumbee del paese,
rovistare nella sapienza
per una cognizione eccelsa,
era il tuo prodotto.
hai messo in indagine il cielo
inquisendo
i sipari della forma,
hai sciolto in limpido 
giudizio le figure,
perdendo il presente,
seppellendo l’istante di lei
la mano che ti ama.
per trovare ti sei perso
ed ora somigli all’apparenza,
a una fiammella
che fa luce propria
nell’antro di un fondo
cupo.
ciò che hai cercato
non era la luce,
ma la fiaccola.
ora la realtà ti è finita
sei tutto l’essere e niente,
la minestra senza ciotola
cade al suolo.
è tardi ma puoi salvarti,
rivolgiti alla terra
alle acque al giorno,
esci dalla crosta
in cui divampa la divinità.
esci e ritorna
tra i volti.



7 apr 2020

l’allarme


l’allarme produce l’allarme 
che si sta dando,
che vuole tenerti teso
smanioso di sapere la paura,
che la notizia sei tu.



5 apr 2020

hai perso il viso


hai perso il viso,
sostituito da una parola 
che lo afferma,
ma la parola non può amarti
non ti guarda non trova
cosa dici
prima del messaggio.
i segni non amano,
possono solo leggersi.
il termine non si preoccupa
di fare,
trova uno stigma significante
il lontano labaro della cosa,
e tu sostituisci l’amicizia
con un reame di fantasmi.
quei sorrisi ti mancano,
ti mancano,
li hai nascosti
nelle ombre chiusi
in un giardino di finzioni.
ora devi sollevarti
perdere i contenuti del segno
curarti di fisionomie,
perché a quelle appartieni.



4 apr 2020

sotto


non so cosa 
prosegue
sotto la  riga
che scrivo,
lo scopro
nello spazio.



3 apr 2020

l’assenza


che differenza trovi 
tra il sepolto 
e chi credi vivente? 
l’ultimo si conduce in te, 
dimostra la sua 
esistenza che hai. 



2 apr 2020

il fumo


l’esperienza scivola 
su lembi periferici,  
attrezzo liquido 
e provvisorio. 
svolgo un ufficio 
di ombre che sfocano 
in ore trascorse, 
gli oggetti che tengo 
mi varcano. 
esaurisco il contatto
l’abilità di avere,  
ciò che faccio 
precipita. 



1 apr 2020

rinforzati


muoiono i vecchi
e tu gioisci,
risani i conti
dell’assistenza.
è un paese fresco
che getta via
fragilità e sorrisi
per sdebitarsi.



30 mar 2020

le note discordi


la presenza umana 
la sola risonanza 
distrugge le immagini. 
il suo calpestio, 
che il rumore moltiplica
in una corsa di note,
nelle città corrose dal colore 
e da linee che recidono.

ora il silenzio acceca, 
l’edificio si ritrova 
da una pulizia di riflessi 
all’origine del luogo deserto.
la presenza è esclusa
nessun ritmo fugge, 
ciò che si compie 
si compie sempre, 
necessario a sé, 
una chiusura di armonie 
che chiude la fortuna 
nella forma.



29 mar 2020

monumento


togli la vita di fuori 
la vita che va a fare la spesa 
dal nostro racconto. 



28 mar 2020

il prezzo


idee esisteranno come rifugi acquistabili. è funzione dei pensieri fondarsi da un traguardo.
versare fa esistere, comprare costruisce, permette l’apertura del pensabile, ti dà la possibilità del possibile. così i talenti si ingaggiano si fa corsa di arti e altezze che si sfidano, e più grande sarà l’avere più sarà il risultato. 
l’approdo è la facoltà della nascita, la spesa afferma le ipotesi di un lavoro. 



22 mar 2020

la matita


preferisco la matita 
al disegno.

la gioia è posta
prima del compito, 
che lo puntella 
a un solo esito,
che lo chiude 
in una sagoma, 
che evita i disegni 
possibili.
il frutto respira 
nella potenza del dopo. 

le facoltà restano tue,
sei il sovrano di ogni volta. 
lo strumento non fallisce, 
le prove non consumano  
la capienza,  
fermo è l’orizzonte 
della matita. 

operi il panorama abitabile 
le prolungate linee dell’idea, 
l’infinito è l’immagine 
dell’inizio. 

là ti inviti,
dimorando sul proemio 
di un futuro regno, 
luogo di ciascuna 
scaturigine.
nella punta della matita 
c’è il disegno 
di ogni altra.



19 mar 2020

il pronto


per far posto
in fretta a tutto
usa pure il brutto.



18 mar 2020

numero grave


il numero è grave, 
comprende solo i numeri 
ed esclude 
il momentaneo universo,
l’accento 
tra due stati quantitativi.



17 mar 2020

la fine fuori


si accorgono 
che il fuori non c’è. 

le sostanze prima schierate
i corpi l’amore i crocevia
si sono spinti al chiuso,
in esso si muove 
il frastuono, 
una copia dei sensi. 
dentro si dura
portatori immobili 
di un codice, 
il codice conduce al domani 
il domani è il codice. 

abitano una casa assillante
e in questa si giace  
e a questa si arriva.
è come il gioco, 
le mosse sono un paio 
la fantasia può le mosse, 
il tutto collassa 
alla geometria. 

ora le pareti sono il racconto, 
scrivo da dentro 
l’ultima bolla di parole 
le ultime parole ascoltate. 



16 mar 2020

la morte sempre


mancherà ancora 
l’altro.
a te non tocca,
puoi solo stare
dentro
il tuo corso vivo.
la fine non puoi
conoscerla
non puoi ospitarla.



15 mar 2020

cantuccio


aspetti il luogo
che crei alla sera, 
e quel luogo tuo
ti accoglie.



4 mar 2020

abdicazione 2


estingui il bagaglio
che ti alberga
abbandona il dato.



2 mar 2020

abdicazione 1


torna ai dati 
come distruzione 
come occasione 
di ripudio.  



29 feb 2020

mantenuto


salvavi i libri 
in una regione elevata, 
ti serviva per esistere  
discusso da un compito. 
ti astenevi dalle pagine 
i segni protetti, 
ad estinguere 
la contenenza dei nomi. 
toccavi la forma carica 
ti assetavi 
nelle ore implicite,
regnante 
di ogni alternativa.



26 feb 2020


il lettore vuole
avere letto.



17 feb 2020

case anguste


case anguste ti abitano, 
i momenti hanno 
un trasloco perenne 
ogni compito è un prestito.
nelle esigue larghezze
il pensiero non si adagia,   
trova la velocità 
che lo chiude. 



15 feb 2020

permanenza


sopravvive forse il bello forse l’arte
non la supplica di sopravvivere.



10 feb 2020

versamento


la spoglia dell’edificio
produce il tempo,
in quei passaggi evasi
cresce un nuovo periodo.



9 feb 2020

virtuoso


studi con l’esercizio  
i paraggi dell’origine. 
ti provi ripetendoti, 
avvicinando 
le tolleranze celesti.
recuperi 
le ampolle del suono 
il calibro coerente, 
porti il deposito del tocco 
la comunione del modello. 
asportato dal messaggio 
eccitabile conduci 
un viaggio ricorsivo 
contro l’errore, 
verso la radice antica 
del movimento, 
ti fai spirito.



7 feb 2020

voglio


voglio per
non dover
volere.



oggetti chiusi


chiudi gli oggetti
per escludere l’aperto
che li modifica,
l’influenza del pieno
la servitù degli spazi,
chiudi 
in loro l’esterno.



6 feb 2020


non avrai risposta
il cielo rispose.



vetrate


osservo dalle grandi vetrate
il vetro degli altri.
gli edifici sono bestie senza pelo
esposte di nudità.
l’occhio incontra trasparenze
che gli si riflettono, 
nessun angolo 
protegge un segreto. 
la lettura è un’opposizione 
traslucida,
la lettura ti vuole leggere.
non rimane superficie 
asilo, intervallo,
quello che si mostra è guardarsi.



27 gen 2020

fiducia


il pubblico crede
al pubblico,
diffida dell’opera.



20 gen 2020

la melodia


la musica si fa 
spostare dalla melodia, 
si lascia destare
costruire procurarsi 
comandare al seguito, 
allo sfogo che rivela 
il sonoro giacimento, 
la casa dove assumi 
plurali simmetrie.



19 gen 2020

azione


ho promesso
e già era fare.



17 gen 2020

la salita


crescerai diventando
padre di te stesso
e padre di tuo padre.



16 gen 2020

il lettore autore


era adatto a ogni frase
che leggeva, 
il lettore autore, 
in grado di suscitarla
e averla provata. 
era più dei personaggi 
sensibile, 
ne aveva i caratteri 
gli argomenti 
la miseria la dottrina, 
ne conteneva il proposito
il clima e lo stile. 

leggendo applicava 
un’invenzione sua,
ospitando l’opera 
in formule congeniali,
e se gli capitava di scansarli 
i volumi si smarrivano 
in un paginario infinito. 

il lettore sapeva il mondo 
lo annotava 
nelle combinazioni sfogliate 
lo scriveva nelle letture, 
leggeva e i libri nascevano 
in lui, 
leggeva e aveva già letto. 



15 gen 2020

quest’anno


quest’anno aspettiamo
l’anno prossimo.