20 ago 2020

Prinz Gholam


i due assumono pose permanenti. arrivandoci per consumo e per torsioni, fuori dalle circolazioni usate. 
nessuno respira, impegnato all’immobilità, educato al succedersi, al pirotecnico toccarsi degli eventi. questa posizione, ferma nello spazio, più sobria di ogni altra, si ritrova a divorarlo in un esame imprevisto: fermarsi è osceno, non è l’esperienza, è l’immediatamente visibile. fermare il movimento acerbo, il fotogramma che interrompe il peso, e non lo compie, e lo dilata, è lo schianto.