lei disegna
lo spazio abulico,
la sola larghezza nulla.
tocca l’astuccio
e il suo corpo mi guarda,
le gambe svestite
gli occhi scivolosi,
l’armonia nuda
che si comunica.
mentre posa
le ore sul quaderno
scrive la forma su di me,
chiama le parole.
chissà come sono
le parole dentro di lei.