entri nell’edificio
in cui lo spazio è la trama,
l’atto di colonne e timpani
remoti.
cammini volubile
tra pilastri che scendono
da una fonte bronzea,
procedi su lastre specchianti,
nel governo di luci luttuose
a interpretare la tua emigrazione.
ciò che esegui è il notturno,
un debito dello spirito,
la sua ufficiatura liturgica.