27 dic 2020

dal pendio


la terra si srotola 
per gobbe e declivi, 
in gradienti che scemano 
a valle, che trovano 
la plastica corazza 
di un uomo. 
sei il minuto freno 
delle curve 
che concludono l’azzurro, 
esibito all’abbraccio 
del baratro, 
della gibbosa vastità.
all’interminato orizzonte
perso nel regredire 
dei piani, 
dal viola che schiarisce 
al pervinca nulla, 
tu ospiti sei 
l’ubiquità che misura.