la presenza umana
la sola risonanza
distrugge le immagini.
il suo calpestio,
che il rumore moltiplica
in una corsa di note,
nelle città corrose dal colore
e da linee che recidono.
ora il silenzio acceca,
l’edificio si ritrova
da una pulizia di riflessi
all’origine del luogo deserto.
la presenza è esclusa
nessun ritmo fugge,
ciò che si compie
si compie sempre,
necessario a sé,
una chiusura di armonie
che chiude la fortuna
nella forma.