preferisco la matita
al disegno.
la gioia è posta
prima del compito,
che lo puntella
a un solo esito,
che lo chiude
in una sagoma,
che evita i disegni
possibili.
il frutto respira
nella potenza del dopo.
le facoltà restano tue,
sei il sovrano di ogni volta.
lo strumento non fallisce,
le prove non consumano
la capienza,
fermo è l’orizzonte
della matita.
operi il panorama abitabile
le prolungate linee dell’idea,
l’infinito è l’immagine
dell’inizio.
là ti inviti,
dimorando sul proemio
di un futuro regno,
luogo di ciascuna
scaturigine.
nella punta della matita
c’è il disegno
di ogni altra.