occupando la natura morta, Giorgio Morandi arriva alla cosa.
nel piano che regge le figure traccia un traguardo invariante, la tavola dove l’arco vitale si condensa in manufatti. il vaso, la scatola, il barattolo, di latte, ruggine e indaco sono tremule divinità, solidi che usano l’esistenza. snelle bottiglie, come lunghe guardiane della pratica, ne tengono la posizione.