crollo

crolla caseggiato
costruito per finta
ma davvero,
seriamente drizzato

con materie scadenti.

crolla e schiaccia

le persone,

però è costato poco.

tenersi le mani

fotografare con una tavoletta
è come tenere le proprie mani
che tengono i propri occhi
che guardano.

un signore passa

in un angolo riparato 

di fioche apparenze,

tre abili esteti 

toccano corde 

cambiando l’aria 

in codice gentile, 

in coerente complessità. 

un signore passa 

li apprezza con una foto    

e se ne va.

verso liberissimo

dai una forma
in cui accada
questa poesia.

in tutte

io bianca farfalla
grammo d’alito felice
volo pochi giorni
ma volo in tutte:
io sono le farfalle.

la prima ombra

assiduamente diverso 

mosso e lugubre

il mare si svaria
in definitivi flutti
in incisi istanti
in acqua per sempre
memoria.

un fiore

quando l’artista dipinge un fiore
non è un fiore che dipinge.

geopolitica dell’uomo

ma non capisci,
la situazione è complessa
come ogni fenomeno umano.
i summiti, alleati schietti del governo
- e nascosti alleati degli aidisti
per giungere al potere -
uccidono i traditori panniti
proni all’ingerenza
dell’esercito umanitario,
le cui forze vengono uccise
da summiti, aidisti e filo governativi,
i quali uccidono i fanatici aidisti
che uccidono chi non segue la legge di dio,
e quindi anche i laici filo governativi
che a loro volta uccidono tutti i ribelli
compresi quindi i panniti.
la prima potenza straniera
aiuta in segreto i summiti
per uccidere gli aidisti,
la seconda potenza
aiuta in segreto gli aidisti
per uccidere summiti e panniti:
il governo non deve perdere
il controllo della regione.
vedi la ricca trama plurale
il sofisticato segno che lascia?

lezione

la brutta architettura
cresce menti brutte.

io vagante

un nuovo congegno 

inventa l’atteggiarsi 

della superficie, 

la miniatura dell’identità

la portabilità dell’agire, 

attrezza l’istante snello  

trasporta 

i comandi indosso, 

ti lega all’aria. 

la legge è uguale

la legge è uguale per tutti,
se quei tutti non son diversi.

alla portata

gaudente e leggero
indietreggia e distrugge
in fumoso frammento
un Luciano Fabro
inestimabile
cifrato nel vetro.
il tizio si è scusato.

la guerra

la guerra è infallibile,
fa sempre vincere
i meno morti.

la soluzione /3

non tollereremo oltre
il protrarsi della carneficina,
stermineremo
chi non vuole la pace.

la soluzione /2

ora basta
non permetteremo più
che si ammazzino,
li salveremo con la guerra.

la poesia /7

come raggiungi la poesia?

cambiando una parola,
dunque le altre.

la poesia /6

come raggiungi la poesia?

cambiando una parola,
poi le altre.

quelle pietre

quelle 

venerande pietre 

sono
notturne consumazioni
del bello
architettura argentata
delle idee
materialità del miraggio,
sono vere
permanenti presenze
posa
del loro stato.

impresa

la sfida di scalare
l’Everest
è non riferirlo.

sfase

ad ogni ricevimento
una ciurma di dame
che non vuole età,
con zigomi bitorzoluti
e medesimi occhi
da squilibrato felino,
propone dosi
di avariata giovinezza
di insistita beatitudine,
pose soavi malizie
e svolazzi.
mentre le vere ragazze
sono dee taciturne
che si lasciano sfolgorare
nell’ombra,
incapaci di essere giovani.