capitale

si incontra dove 

avvengono le cose, 

nel luogo biografico 

in cui le trame 

lo impersonano, 

trovandolo vivo 

con un incarico di segni, 

a sua volta fondo 

di un potere prossimo.

la domanda

possiamo 

sfuggire alla ricerca,
lasciare 

la perfezione inevasa?

rivoluzione

sensi plurali
di un nodo 
emigrante,
espatrio
del problema.

lucide terre

libri di elettricità
gettano la luce
che li ricama, 

ogni segno naufraga 

su piane riflettenti 

che non hanno 

avuto passaggio. 

astensione

urla di più
chi non urla.

la brevità
è pronta.

pyt

il rosso pulsante 

è una parola da premere. 

nel tasto tocchi l’idea, 

colleghi un corpo  

al comando psichico,

entità mentale 

che ritorna alla cosa.   

gittata

il vecchio disse i vecchi
sono privi d’interesse
e questo non interessò
a nessuno.

i simulacri

oggetti del genio
sussistono

prima della materia, 
la loro funzione 

edificata 
su corpi minimi,
la proprietà si trascrive
tra l’ombra e il simbolo,
fatue leghe ci causano.

adagio
si è andati
veloci.

ingresso

ogni accesso
della sede che fluisce
è un’immagine nascente.

il disegno maturo

ora sei andato, 

mi manchi 

non posso interrogarti. 

o forse sì. 

la morte non è fatta di morte, 

episodi e pensieri 

avvenuti procedono

in un quadro di casi 

interminabile.

la lontananza mi trova 

ma è un opaco apparire 

che non coglie 

la tua vita riaversi, 

rispondere ai miei giorni 

col proprio tratteggio. 

la crescita si tiene, 

è il disegno resosi

maturo 

che mi porta avanti. 

entrambi sappiamo di vivere, 

tu prima io dopo

contemporanei.

a chi è mancato