viviamo inavvenuti
in memorie epidermiche
come parvenze in un vetro,
esangui modelli dell’immagine.
consumiamo un calcolo,
agendo la previsione
nell’anticamera protagonista.
fatali forze premono
gli attimi in là li distraggono
verso il tempo esaudito
in cui saremo l’essere,
il tempo che siamo stati.