un picco
si fa corpo improvviso,
il palazzo azzurro
emerge da un momento.
la fisionomia
e le filiazioni oblunghe
di pesi cedevoli
di calibro difforme
sono prove che si ergono
tra la mente e il vero,
in rapidi echi delle pietre in cicli di clamore
e istanti svariati
che congelano
e ribattono
i motivi della forma.
quello che hai visto
è quello che vedi
in continua emigrazione,
il residuo di un’immagine
inavverabile.