scritto per

ha compilato un diario 

puntiglioso. 

ha imbastito la confidenza

la sincerità di ore sconfitte,

confezionando una forma di sé, 

l’asciugarsi dei casi 

in propria teoria. 

è un bilancio rivolto a nessuno 

in forma bella

sul proprio ascolto solitario. 

e ora lo pubblicano 

ed era rivolto a qualcuno. 

uguale

più si copia 

più è uguale 

e più è meno. 

unitarietà

in ogni presenza 

di cui mi occupo 

si versa il mondo. 

mare a precipizio

il mare precipita 

ordinato, cade su di me, 

sorte continua 

che si compone 

dipanando 

la sua multipla forma, 

moto che si riquadra

e converge 

a un approdo di legno. 

là due passeri riposano
vestendo la quiete,
là sotto al mare
capovolto.

tutto

se metto tutto
in una scatola
ho ancora tutto
da trovare.

il vecchio signore

il vecchio signore
con l’esiguo domani
appoggia i giorni
senza bersaglio,
corregge il suo ieri
si lascia alle spalle
sfaccenda il respiro
trascorre uguale.

la moneta autrice

accusare una moneta
del disordine economico
del tuo paese equivale 
alla lingua inglese accusata 
dell’imperizia matematica
di tuo figlio.

c’è un gusto
del gusto
della lettura.

domestici agi

da quando vivo
nello schermo
non devo più pulire.

l’oggetto speso

ho graffiato 

ammaccato 

speso lo strumento, 

sporcandolo d’impiego, 

violando 

la sua forma lucente, 

e la funzione 

pure è sbiadita.

il nuovo si toglie 

la novità, cedendo

lo smalto vergine. 

si consuma 

eroso di fisionomia 

aggiuntiva, 

non più lustra idea 

dei momenti, 

ma desiderio usato 

disegno guasto.

la distanza

i viaggi altrui
sono viaggi di altri.

i risultati

salti ancora
su un impasto di pensieri
su dilazioni carezzevoli
torpori d’intelletto, 
sulla mente che prepari,
ancora assorbito
di curiosità correnti
intricate dottrine
finzioni smaglianti 
catalogazioni illimitate.
ebbene basta,
vivi il fine dettaglio
la risacca del senso
le trame graziose
l’ondeggiare dei rami,
consegui raggiungi
fai risultati
che hanno nome,
non addestrarti
non prepararti
non capire
scrolla il tempo
scomoda attua
urgiti.

dittico II

avrò scioglimento
fra secoli?

fra molti uomini 

e risultati

che lo troveranno, 

per chi sarà concluso, 

per uomini conclusi, 

per chi già volge  

le ore seguenti. 
la mia spiegazione
è in cammino.

dittico I

avrò mai la mia
risposta?

- ammicco -

se non lo gridi
il delicato
chi lo vede?

mimetico cantore

dentro la locanda 

il cantore sorveglia. 

ha una pratica di storie 

un bagaglio di parole 

genuine, 

guarda la vita 

riflessa nei bicchieri 

nei brindisi dell’oblio, 

impara l’artificio 

della gente. 

racconta i bivi del tempo 

la pietà le speranze 

l’amarezza che dura 

le canzoni che vanno,

è il vino gli attimi i volti

è quel che si è perso 

è la loro stazione.