preghiera 18

non acciuffare
mai il volto
che ti infatua.
non averlo
negli occhi.

0 1

se a te piace l’uno
e a me lo zero
quale accordo
stabiliamo?

sigillo

voglio lasciare
chiuse perfezioni, 
momenti risolti
del tempo, 
mete mai più
itineranti,
cose fatte.

si piace

allo scrittore piace 

sentirsi parlare 

la sua bella lingua,

ma non è 

la propria sedia 

che il falegname fa 

per tutti.  

vorrei
ma non voglio.

l’impegno

fece di tutto
per non far niente,
faticò la vita
in cerca del riposo.

sull’altezza

su una scala ripida 

che cresce per figure 

affrescate, sospese 

su una quota che sprofonda, 

ti fai separato carattere, 

capriccioso aderire 

al codazzo gesticolante 

di quel popolo cutaneo. 

muovi l’ombra inuguale

la scultura del tuo passaggio

a nuovi termini dell’altezza,

snodi il tuo rilievo 

la tua persona adunca 

nella cupola variopinta 

in volo. 

la linea

la linea dritta
la posso rifare
la linea storta
nessuno più.

due difese
non giocano.

se io ride

se oggi rido
per i pensieri
del vecchio autore
scomparso,
sta ridendo lui
ridendomi attraverso?
sto ridendo lui?

la visione

nel riquadro trovi

più mare

che di fuori, 

il mare preso. 

pari

in quest’ora raccontata
tutto è pari
sostanza testuale.

la palla sa

chi l’ha detto
che debba vincere
quello col passato
più forte?
forse la Storia?
e la palla lo saprà?

da fare

mi hanno detto
che a lavorare
si è bravi
si è persone
decenti,
volenterose,
migliori.
così ho girato
il giorno
intorno a un palo
mi sono dato
da fare
e ora sono bravo.

quegli scrittori

quegli scrittori 

regnanti lontani 

innamorati delle parole, 

è la condanna. 

di cosa 

allora devono?

 

di notifiche 

e registrazioni? 

di fatiche modeste? 

di fatti stranezze e pruriti 

che di parola 

non hanno nulla? 

incolparsi dei vocaboli 

svanire nel resoconto 

farsi macilenta 

progressione 

svolgimento di un ritmo, 

scrivere invisibili 

senza parole 

per lettori che 

non le leggono?