19 lug 2015

quei giorni


i giorni 
in cui mi parlavi 
sono fermi. 

discorrevi usando 
l’esperienza del viso 
con gli occhi ordinati 
pieni di azzurro, 
turbinanti di precisione. 

spiegavi la voce 
disinvolta, 
il sonoro carattere  
che mi chiamava
pescando lontane 
identità. 

mi legavi a pulite sintassi, 
misuravi gli argomenti 
accurata. 
e intanto 
in mezzo alle frasi 
avveniva uno spazio. 

ci parlavamo,
coprendoci nei colloqui,
lasciandoci 
dietro il dialogo. 
non stava bene chiarirsi 
sfiorare delle letture, 
forse neppure potevi, 
forse neppure io. 

e così 
diventammo nulla,  
negammo l’arco gettato 
tra di noi, 
e i giorni finirono 
mai finiti. 

eri la cosa esclusa, 
la scala del possibile, 
eri i lati 
di chi ha un centro 
indiretto, 
di chi lo sfugge.