leggo paesaggi
di trasognato clima,
la lavorazione
del crepuscolo
dei filari e gli sterrati,
del passo che li rinviene
in una linea notturna;
del brusio di forze
che non duplico,
che solo sorveglio
nel manto perlaceo
di una notte bisbigliante.
nel libro qualcuno
ha plasmato una sera antica,
ha scritto il cielo,
la campagna e i villaggi
pacati contro
la smania febbrile,
lo stormire e i frinii
di una temporale scheggia.
in quelle pagine sono uscito
dalla canzone fumosa
fallita in metrici languori,
ho preso le scene
il rilievo che le coltiva,
ho aperto la vita
nelle storie.