leggo la pagina
e manco le parole,
fiaccole tremolanti
di artificio.
dicono e non permangono
traducono cedendo la vita,
se le chiedo si svelano
ma come fatture
intangibili,
un tempo che si proietta
in una pagina secante,
la causa continua
che non può
insieme dire ed essere.
voglio capire
o avere il simbolo,
lambire la conoscenza
o sapere il suono?
cosa percorro,
in quale esperienza?
cosa c’è nel fondo
in cui esercito le lettere,
nella loro cognizione
che si spende?
dove dimorano le parole?
in un solco voluttuario,
nella ripetizione
che si consegna,
che già ora preme?
nella ripetizione
che si consegna,
che già ora preme?