5 gen 2019

la mano di Tintoretto


un lungo antro profilato nella tenebra, gruppi incarnati di un bianco corrotto e vesti fredde, sproporzioni nella luce che perde il calore, figure di furioso abbaglio e di cupe cromie, una corte di dettagli e gesti che si avvitano circolanti, di fulgori e giacimenti, di raduni e personale indirizzo. la sua opera non riferisce di episodi, di miti o regole che riducono: narra di una tempra ferale, dipinge una materia scrosciante, i corpi poderosi di un mondo terragno. l’artefice non ha ripetuto canoni di un viaggio ricorrente, la sua mano ascende all’estetica esperienza, apre i colori terribili dell’umano, la sua mano è l’arte.