seguo il segno
avvicendarsi,
i personaggi compiersi
nella stessa linea
dei luoghi.
squadro la tua voce
di bianco e nero,
di cere macroscopiche,
il tratto e il peso
che si conducono,
il sottile
che esaudisce la scena.
leggo la forma
i vestimenti e l’edificio
il grigio sfumo che finge,
la realtà sbalzata
in altra causa,
in commutabile
dimora.
a Marco Tagliapietra,
con stima