nel carosello delle stanze,
esclusa
con i tuoi confini e me,
mi prendi con cautela
gli sguardi.
la gente ci attraversa
ma la ignori,
girovagando
sui volteggi dell’attesa.
cammini piano
per non risolverti,
mi trattieni
in pensieri di febbre,
bollente di opzioni,
fiorisci negli istanti
ti smarrisci.
ora sei ferma,
ti fai pesare,
svesti il tuo riserbo
in un angolo nostro
di complicità.
bruci la bellezza,
molle di giudizio
e di dominio.
e poi ti scosti
dallo stato vaporoso
che ti esilia,
sveli le pupille di scelta
sleghi la mira
la richiesta stringente
di bagnarti gli occhi dei miei.
e ci guardiamo
vedendo ogni parola.
ora spogliata di salvezza
sei quasi qui
quasi la tua realtà.
ma improvvisa
ritorni a prima,
non prendi
formulazione,
e in una velatura opaca
ti volti.