ti accorgi di perdere
lo sguardo.
ripetuto di torpore
e angoli d’abitudine,
che smarrisce nel disuso
di paesaggi ereditati,
in fondali di tiepida
reminiscenza.
sguardo che verifica,
che rileva il difforme,
che conferma
invariate possibilità.
ti accorgi di vedere
con il ricordo,
di ritrovare senza fuoco,
risparmiare le immagini,
calcificarle imprecise.
e allora gira
le vecchie linee,
sofistica gli spazi
e i perimetri,
avvicenda i rapporti,
e guarda di nuovo.