come porti la voce
di sete notturne?
dove rimane
e lavora inflessa,
nei gradini d’invisibile
che conduci?
in quale misura dell’aria
la propria informazione
opera
suonando una distanza?
seguo il periodo
che prende lo spazio,
che lo carica e solleva,
le crome che raccolgono
un gioco,
che creano un peso,
tra gli occhi
e le mani turbate
di non conservare nulla.
a Valentina