valutava il quadro,
la causa astenuta nel bianco
le minuscole tensioni
del tono, la grana
di un idioma labile.
non gli era sufficiente.
chiedeva al dipinto
ipotesi e problemi,
la narrazione
e la formula di un bisogno;
rifiutava il legame anemico,
il campo attivo
di un eloquio formale.
ignorava le verità visive
la frequenza del pigmento,
unica forma penetrabile;
discuteva i brividi dell’oggetto
senza saperli disporre,
ne era la reazione fallita,
non esaudiva il disegno
non autorizzava
la voce del peso.