17 apr 2016

il quadro efficace


valutava il quadro, 
la causa astenuta nel bianco 
le minuscole tensioni
del tono, la grana  
di un idioma labile. 
non gli era sufficiente. 
chiedeva al dipinto 
ipotesi e problemi, 
la narrazione 
e la formula di un bisogno;
rifiutava il legame anemico, 
il campo attivo 
di un eloquio formale. 
ignorava le verità visive 
la frequenza del pigmento, 
unica forma penetrabile;
discuteva i brividi dell’oggetto 
senza saperli disporre, 
ne era la reazione fallita, 
non esaudiva il disegno 
non autorizzava 
la voce del peso.