il luogo in cui passeggi
è un progetto.
il pane le nubi livide
di pioggia
i vicoli lastricati,
le giovani donne
le vecchie luci
la pittorica forma urbana.
sono le uniformi finalità
in cui non rientri,
i domicili di cui
non hai obiettivo.
cammini in arterie
di afflizione o euforia,
guardi in uguali
sguardi opposti.
non c’è tanta differenza
con la fine:
sta solo nell’assegnazione
che trovi,
in una eredità probabile.
è tutto lì ti dici,
vagare addolorandoti
in ogni bellezza
o portarne una tua
equivalente,
che ti consegni
a un compito.
passeggi guardando le nuvole,
una volta usandole
una volta terminando remoto.
passeggi come al solito
mentre passeggi in te,
cammini nel tuo pensiero
in cammino,
vivo
e ugualmente lieve,
almanaccando un vero sangue.
ma vuoi.
vuoi una volontà
bagnarti in un indirizzo
aggiustarti un esito,
vuoi reagire alla luce,
riportare
la risorsa del paradiso:
sapere dove vanno i fili.