il luogo che esplori
è un progetto.
le allodole i vasi di ferro
le intense donne
i vicoli lastricati,
le nubi livide
sotto gli archi,
l’irregolare ordito di calce.
sono l’uniforme finalità
in cui non rientri,
i domicili di cui
non hai obiettivo.
vaghi in arterie
di afflizione o euforia,
guardi in uguali
sguardi opposti.
non c’è tanta differenza
con l’avere fine:
sta solo nell’assegnazione
che trovi,
in una eredità probabile.
è tutto lì ti dici,
peregrinare addolorato
in ogni bellezza
o portarne una tua
simile,
che ti consegni
a un compito.
avanzi guardando le nuvole,
una volta usandole
una volta terminando remoto.
procedi come al solito
mentre procedi in te,
cammini nel tuo pensiero
in cammino,
vivo
e ugualmente lieve,
almanaccando un vero sangue.
ma vuoi.
vuoi una volontà
bagnarti in un indirizzo
aggiustarti un esito,
vuoi reagire alla luce,
riportare
la risorsa del paradiso:
trovare dove vanno i fili.