7 dic 2010

I. senza vista


nella aerea penombra
tra vaghe moli 
di silenzio, 
alta e acuta riluce 
la sagoma  
di un’apertura sospesa: 
la sola forma 
l’unico luogo. 

dietro 
le pellicole della scena 
la vecchia figura cerca, 
spogliando 
lo scarno orizzonte.

diafane 
espressioni verticali 
sciolte ampiezze 
e angoli diluiti
riverberano,  
radi passanti affrettano 
minime trame, 
ma nulla si districa 
allo sguardo immerso 
nella pace. 

l’occhio è torbido 
mosso da sciami sbiaditi, 
scorge reami di nebbia 
che mai ha avuto disegno,  
nebbia consecutiva. 

vaglia senza vista 
il grigio dietro il grigio 
cenni di contenuto, 
ma nulla accade,
solo un variarsi
di tiepide distanze,  
un accorgimento di luci.

nella densità slegata
nella magrezza incolore
il suo profilo indaga,
e della terra scarica 
si rende momento.