nella aerea penombra
tra vaghe moli di silenzio,
alta e acuta si apre
la sagoma
di una fessura sospesa,
sola forma di luce
e luogo.
dietro
la sagoma
di una fessura sospesa,
sola forma di luce
e luogo.
dietro
le pellicole della scena
la vecchia figura cerca,
spogliando
la vecchia figura cerca,
spogliando
lo scarno orizzonte.
imprecise
imprecise
espressioni verticali
ampiezze
e angoli approssimati
riverberano,
radi passanti affrettano
ampiezze
e angoli approssimati
riverberano,
radi passanti affrettano
minime trame,
ma nulla si districa
allo sguardo immerso
nella pace.
l’occhio è fosco
turbato da sciami sbiaditi,
scorge reami di nebbia
ma nulla si districa
allo sguardo immerso
nella pace.
l’occhio è fosco
turbato da sciami sbiaditi,
scorge reami di nebbia
che mai ha avuto disegno,
nebbia consecutiva.
scruta senza vista
il grigio dietro il grigio
cenni labili di contenuto,
ma nulla accade,
solo un variarsi
di tiepide distanze,
un accorgimento di luci.
nella densità slegata
nella magrezza incolore
il suo profilo indaga,
e della terra scarica
si rende momento.
nebbia consecutiva.
scruta senza vista
il grigio dietro il grigio
cenni labili di contenuto,
ma nulla accade,
solo un variarsi
di tiepide distanze,
un accorgimento di luci.
nella densità slegata
nella magrezza incolore
il suo profilo indaga,
e della terra scarica
si rende momento.